Evidentemente il tetto della casa di Barcellona di David Philips deve avere una vista molto ispirante, dato che questo è il secondo album che registra da lassù, e con tanto di acquerelli di uccelli a decorazione del disco, opera dello stesso David, che farebbero invidia all’edizione deluxe del Bedside Book of Birds. Il musicista e pittore inglese, di cui avevamo già parlato nel precedente If I Had Wings, è un ottimo chitarrista e compositore che spazia fra diversi generi, da atmosfere caraibiche al folk, dal blues ad un pop di classe. Il precedente disco ci aveva colpito notevolmente e questo nuovo lavoro rimane nel solco di quanto già fatto, ma in versione “stripped”, nel senso che mancano un po’ di sovraincisioni, batterie campionate etc che invece riempivano il suono in passato. Sono presenti sia pezzi nuovi sia riarrangiamenti di vecchi brani, sia cantati che solo acustici. Making It Up è il primo in scaletta, il quale parte con un tempo sincopato e un arpeggio serrato di chitarra mentre il cantato rimane melodico (proprio del suo stile, non aspettatevi una voce alla Tom Waits o un crooner come il compianto Leonard Cohen). Il secondo brano riprende That Dirty Road (Beach Version), già apparso nella scaletta del precedente disco, qui però con un ritmo rilassato, quasi alla Jack Johnson, e con ritmo un po’ indolente e caraibico. I generi toccati sono molteplici, dal pop allegro di Washes over Me, al countreggiante Guitar on His Knee, allo shuffle di Here It Is, al blues slide e ritmato di Tied up Gagged and Bound, con un grande groove. Sempre più sulle tonalità blues, ma piedmont style, My Baby Needs Love, passando al blues quasi pre-war di Guilty Sunday o al ragtime di Old Red Haze, dimostrando la versatilità di David Phillips in quasi tutti gli stili delle dodici battute. Per chiudere infine con sei pezzi acustici (Migration, Dance of the Swallow, Reencuentro, The Acrobat, Waterproof), dal sapore a volte west coast, a volte da ballad inglese, per finire con Long Flight Home, tipicamente blues (rumori di sottofondo inclusi), quasi a comporre un ep distinto dal resto. Diciotto pezzi in tutto, registrati a cinque anni di distanza dal primo disco “rooftop”, in presa diretta con due microfoni, armonica, resonator, cigarbox e chitarra acustica, all’aperto sul suo tetto barcellonese. Buon disco, come il precedente, forse pecca un po’ dell’eccessiva semplicità e uniformità rispetto a quanto già fatto ascoltare in If I Had Wings. Tuttavia David Phillips è un ottimo artista che ci fa sempre piacere ascoltare mentre suona la sua chitarra acustica sui tetti di Spagna. Ad esclusivo vantaggio degli uccelli e del cielo della Catalogna.
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